Rinnovo del contratto sanità, previsti aumenti a fine anno
È ormai ai nastri di partenza il contratto della sanità – il cui atto di indirizzo si trova in fase di definizione da parte delle Regioni – che si inserisce nell’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del lavoro del comparto delle funzioni centrali (che riunisce ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici nazionali: si tratta di 224.738 dipendenti, stando all’atto di indirizzo), firmato di recente dal ministero della Pubblica amministrazione.
L’impulso potrebbe permettere una veloce conclusione dell’accordo relativo al personale della sanità così duramente impegnato nell’emergenza Covid
. L’auspicio è che, se non subentreranno impedimenti di sorta, lo sblocco delle trattative permetta la conclusione dei contratti collettivi, almeno quelli riferiti ai comparti – funzioni centrali, sanità, istruzione e funzioni locali – con i relativi aumenti in busta paga entro la conclusione del 2021, per chiudere successivamente i contratti della dirigenza nei primi mesi del 2022
.
Dettato l’indirizzo da perseguire per i numerosi temi comuni che sono destinati a rientrare anche negli altri settori della Pubblica amministrazione: dalla semplificazione delle procedure
sulle relazioni sindacali ai fondi integrativi alle progressioni di carattere economico, dalla ridefinizione dello smart working al diritto alla formazione fino all’aggancio alla revisione dell’ordinamento professionale. Al momento, però, ciò che realmente serve è il taglio dei tempi per arrivare ai rinnovi.
E dunque alle funzioni centrali dovrebbe andare proprio il comparto della sanità, laddove l’urgenza è costituita dalla volontà di riconoscere l’impegno profuso dal settore nell’emergenza pandemica.
